Domenico Soldarini nasce a Como nel 1967 e intorno ai 20 anni scopre l'alpinismo e l'arrampicata, passioni alla quale dedica da subito tutto il suo tempo libero. Quasi immediatamente riesce ad esprimere il suo straordinario talento tracciando, insieme a vari compagni, nuovi itinerari su molte pareti delle Alpi centrali e in Sardegna che si distinguono oltre che per l’impegno richiesto, anche per l’estetica delle linee. Lo stesso intuito che lo porta a vedere vie proibite ai più gli permette di approcciare la pietra in modo assolutamente innovativo, scoprendo bellezze nella roccia che ad altri risultano invisibili. La roccia locale, ostica, arrogantemente muta e spesso ostile ma generosa di emozioni e ricca di bellezza riflette fedelmente la personalità di questo atleta e artista unico e particolare nel suo genere. Domenico usa la sua innata creatività sia nell'intuire un impossibile passaggio in parete che nel vedere, estrarre e plasmare da questa roccia e da se stesso figure esoteriche e creature immaginarie, archetipi di un suo mondo interiore dove sensibilità e fermezza, dolcezza e difficoltà si fondono in ugual misura. Impossibile non notare questa somiglianza, quasi una consanguineità, tra artista e materia usata e, forse proprio per questo, una pietra altrimenti durissima e altera diventa docile tra le sue mani e si presta quasi fraternamente ai suoi sogni. Usando solo e sempre pietra locale (sasso di Moltrasio e marmo di Musso e Varenna), Domenico crea nel magico silenzio del suo studio figure di un mondo intimo, onirico e misterioso.
I suoi lavori iniziali risalgono ai primi anni 2000. Naturalmente, verrebbe da dire inevitabilmente, autodidatta, Domenico inizia a vedere le sue mani non più solo come indispensabile mezzo al quale affidare la propria vita su un'impossibile parete ma anche come chiave per aprire la porta a sogni di pietra chiusi in vie altrettanto difficili, nuove e sconosciute. Una svolta significativa è per Domenico l'incontro in anni recenti con altri scultori, in particolare il conterraneo Maestro Elvino Motti che gli ha trasmesso stimoli ed idee nuove con le quali la sua arte si è arricchita di ulteriori e nuove forme più sinuose e astratte. Vive, lavora e crea sogni di pietra a San Siro (CO)
Domenico Soldarini was born in Como in 1967 and when he was about 20 years old he discovered mountaineering and mountain climbing; the passions to which he dedicated all of his free time. He is able to almost immediately express his extraordinary talent, by tracing many new itineraries together with various companions on different walls of the Central Alps and in Sardinia which are distinguished by the need of great commitment and by its great aesthetics. The same intuition that takes him to routes that are prohibited to many others brings him to approach cliffs in absolute innovative ways by discovering the beauty of the stone that is invisible to others. The local stone can be quite tricky. It can also be mute in an arrogant way and often hostile but then again it can be generous because it gives emotions and rich exquisiteness. It reflects the personality of this athlete and unique artist perfectly and it is so particular in its own sort. Domenico uses his innate creativity to see and intuit an impossible route or to extract and shape from stone and from himself esoteric and imaginative figures. These figures come from an inside world where sensibility and steadfastness, sweetness and difficulties are intertwined to the same extent. It is impossible to not notice this resemblance ; it is as if there is an intimate relationship between the artist and the material used and maybe, because of this, the stone that is usually very hard and haughty becomes tame and docile in the artist’s hands. The stone lends itself almost in a brotherly fashion to the artist’s dreams. The artist only and always uses the local stone (stone from Moltrasio and marble from Musso and Varennna). He creates in the magical silence of his studio figures of an intimate, oneiric and mysterious world. His artwork dates back to the beginning of the 21st century. Naturally and inevitably you’d say that Domenico being an autodidact, starts seeing his hands as an important means to which he entrusts his own life on an impossible wall of stone that he must climb. But these same hands are a key to open the door to dreams of stone that are closed in difficult, new and unknown routes. An important turning point in Domenico’s life is the encounter with other sculptors, such as Maestro Elvino Motti, a fellow countryman who has conveyed stimulus and new ideas with which Domenico’s art has become enriched with new and additional forms that are more sinuous and abstract that ever. Domenico lives, works and creates dreams of stone in San Siro (CO) on Lake Como in Italy.